Leggendo bene il comma 9 dell‘articolo 182 del codice della strada salta all’occhio che l’obbligo di transitare sulle piste riservate alle bici, esiste solo quando queste sono delle corsie ciclabili, ovvero delle vere e proprie piste riservate esclusivamente alle biciclette e non delle piste ciclopedonali.
<<Forse l‘assessore Andrea Ragona ha cambiato mezzo di locomozione, oppure non ricorda più questa piccola ma sostanziale differenza. Purtroppo le corsie ciclabili esclusive sono veramente poche sia a Padova, sia in Italia. Il resto sono delle ciclopedonali frequentate da qualsiasi mezzo che non necessiti di targa per circolare.>> Ci ricorda Chiara Zanetti, Co-portavoce di Europa Verde per Padova e provincia.
Pedalare fuori dalle piste è una necessità per sopravvivere alle aperture improvvise di portiere di auto parcheggiate in maniera irregolare sulle „piste ciclabili“, che sono spesso linee più o meno visibili a bordo strada.
Ancora più drammatica la situazione delle nuove ciclopedonali costruite sui marciapiedi (vie Facciolati, Gattamelata, G. Bruno, Sorio): molto più strette di quelle a bordo strada, sono solo linee tracciate in spazi da condividere con pedoni adulti, bambini e cani con o senza guinzaglio, cassonetti e pali della luce piantati in mezzo. Senza contare il pericolo continuo di finire giù dal marciapiede con la ruota o schiantarsi sul muso delle auto parcheggiate a pettine invadendo la pista. E non parliamo dei mortali paletti orizzontali verdi all’ingresso di certe piste, su cui più di un ciclista ha lasciato ginocchia e denti.
Un ciclista deve evitare le buche e i tombini delle piste ciclopedonali, scansare i pedoni, evitare i cantieri, gli insulti degli automobilisti ignari che le bici possono attraversare i passaggi pedonali senza scendere di sella. In tutto questo i vigili, anziché tutelare l’utente debole, non sono aggiornati sulle norme e parteggiano sempre per le automobili.
La scelta delle ciclabili sui marciapiedi va contro tutti gli studi più moderni sulla ciclabilità, che suggeriscono di rendere le bici visibili e protette all’interno delle carreggiate, in modo che le automobili si abituino alla loro presenza sulle strade.
<<In una città che si definisce “green” ci aspetteremmo una maggior attenzione ai ciclisti. D‘altronde perfino l‘assessore, invece di definire le piste ciclabili sicure, le definisce non pericolose. In una città universitaria, particolare che spesso i padovani dimenticano, il cittadino, residente o studente, dovrebbe essere incentivato e supportato ad usare la bicicletta, non venire perfino multato.“
Padova, 5 luglio 2024
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