Quarta linea dell’inceneritore di San Lazzaro? Prima serve il nuovo Piano Gestione dei Rifiuti regionale che stabilisca obiettivi e strumenti, scaduto il 31 dicembre.
Hera si limiti al ruolo di gestore; le strategie sono a carico della Regione
In Veneto da 10 anni cala la produzione dei rifiuti e cresce la raccolta differenziata
Ma serve che Padova faccia di più la sua parte, ricominci subito l’estensione del Porta a Porta: Arcella est a giugno, poi Sacra Famiglia e un altro rione entro il 2021
“Non ci accontentiamo di indicare un problema, vogliamo essere parte della soluzione. Siamo ecologisti, ragioniamo in modo sistemico. Quindi prima di esprimere contrarietà alla costruzione della 4° linea dell’inceneritore di San Lazzaro, chiediamo che riparta, subito e con obiettivi ambiziosi, l’estensione della raccolta differenziata a Padova – dichiara Eugenia Fortuni co-portavoce di Europa verde Padova. Per questo ci rivolgiamo all’assessora Chiara Gallani e alla comunità cittadina: solo migliorando concretamente le nostre performance di sostenibilità smonteremo la volontà di chi pensa a Padova come il forno al servizio di coloro che non scelgono la strada dell’economia circolare e della sostenibilità”.
Riteniamo inopportuno che Hera s.p.a. presenti ufficialmente la proposta di costruzione della 4a linea dell’inceneritore di Padova nel momento stesso in cui il Piano Gestione dei Rifiuti, il documento che governa per 5 anni la strategia dell’intera regione Veneto, è scaduto. La nuova Giunta e il Consiglio Regionale sono chiamati a riformularlo, stabilendo obiettivi e strumenti assieme alle competenze tecniche dell’Osservatorio Regionale Rifiuti di ARPAV e con l’ascolto e la partecipazione dei portatori di interessi, associazioni, cittadini.
L’intenzione di Hera, conosciuta da tempo e ufficializzata il 30 dicembre, ricorda l’atteggiamento di chi, da ente gestore, si vuole trasformare in soggetto programmatore e di indirizzo, forzando astutamente la mano in un momento in cui c’è da rivedere la strategia decennale, cercando di predeterminare le condizioni in cui la politica si troverà a dover prendere le decisioni.
“Non ne facciamo solo una questione di metodo – prosegue Eugenia Fortuni – è innegabile che la chiusura delle vetuste linee 1 e 2 dell’impianto di San Lazzaro sarebbe una buona notizia, che Padova attende da quando fu costruita la terza.
Ma quale sarà la capacità di trattamento dell’eventuale 4° linea? non potrà essere pari alla somma della 1° e 2° linea perché da tempo la loro è una capacità solo potenziale, visti i continui fermi impianto a causa della loro inadeguatezza tecnica. Ma non basta: qualsiasi intervento, se pensato per diminuire l’impatto e le emissioni in atmosfera e trattare i rifiuti del territorio, dovrà considerare che sia a Padova che in provincia, e più ancora in tutto il Veneto, la raccolta differenziata (RD) sta crescendo in modo costante” (* vedi i dati ARPAV al fondo).
In questo panorama molto positivo, Verona e Padova sono le due città meno performanti; stesso ritardo se si considera l’Ente di Bacino Padova Centro. La crescita della RD nella nostra città procede in modo lento ma costante. Nel 2019 arriva al 53,5% con un + 1,5% rispetto al 2018.
Per questo motivo chiediamo che il programma di estensione del servizio Porta a Porta in tutta l’area est dell’Arcella, quella compresa fra via Tiziano Aspetti e via del Plebiscito – 19mila abitanti e 10mila utenze – già programmato per il 1 giugno 2020 e fermato a marzo 2020 dall’arrivo del lock down, riprenda il 1 giugno 2021.
“Ci rivolgiamo all’assessora Chiara Gallani che non ha esitato nel 2019 ad introdurre il porta a porta (PaP) nel più popoloso e complesso quartiere di Padova, coinvolgendo con successo l’area ovest: occorre ri-programmare l’avvio del servizio a est di via Aspetti per il 1 giugno 2021. E poi in autunno si proceda alla Sacra Famiglia e in un altro rione. Così entro fine 2021 altri 35.000 padovani si aggiungeranno ai 123.500 concittadini che ora utilizzano questo metodo. Finalmente, visto che in Veneto è il più diffuso, adottato da 469 comuni e coinvolge con successo oltre l’82% della popolazione”.
“Passare dal cassonetto al servizio puntuale richiede informazione, coinvolgimento e un cambio di abitudini, ne siamo consapevoli – continua Eugenia Fortuni. Ma in questi mesi le conferenze on line, i webinar e le dirette sui social hanno dimostrato che queste modalità di informazione ampliano la platea piuttosto che restringerla”.
“Anche il rapporto con gli amministratori di condominio, il cui ruolo è centrale nell’attrezzare i caseggiati per ospitare i bidoncini della differenziata, trarrà grande vantaggio dalla comunicazione basata sul digitale”.
Per la consegna dei bidoncini casa per casa, rispettando le norme anti Covid, ci sono 5 mesi di tempo. “Viene da sorridere pensando che durante il lock down né il colosso di Jeffrey Bezos nè la più piccola pizzeria di rione non abbiano interrotto le consegne a domicilio e una multiutility nazionale non riesca a raggiungere 40 famiglie al giorno”.
Per altro la popolazione è pronta. I numeri dell’Arcella Ovest, 17mila abitanti, parlano di un successo: grazie al PaP in 6 mesi (1 gennaio – 30 giugno 2020) si è passati dal 40% al 73,6% di RD, meglio di quanto successo in altre zone cittadine al momento dell’introduzione del nuovo metodo. Solo 26,4% di rifiuto è stato conferito come secco non riciclabile. Estesa a tutta la città saremmo ad un soffio dal centrare l’obiettivo regionale e nazionale.
“Non dimentichiamo – prosegue Eugenia Fortuni – che la vera sfida è la riduzione a monte della produzione di rifiuti che si basa, tra le altre cose, su acquisti responsabili e la diminuzione degli imballaggi. Gestire i 5 bidoncini della raccolta aiuta a migliorare. Anche su questo Padova deve migliorare: siamo a 260,8 kg/pro decisamente lontani da Treviso, Belluno e Vicenza”.
Dati osservatorio Arpav
La RD a livello regionale è salita dal 52,3% dal 2010 al 74,7% del 2019 superando il limite del 65% stabilito per legge grazie al coinvolgendo dell’89,06% dei residenti in Veneto.
Dal 2010 al 2019 è diminuita la produzione di rifiuti (- 4,1%); quella pro capite è scesa nello stesso periodo del 3,5%. Nel 2019 la produzione pro capite di rifiuto urbano residuo è stata pari a 119 kg, un valore prossimo all’obiettivo di 100 kg previsto dal Piano Regionale per il 2020, già raggiunto da 401 comuni tra cui Treviso e Belluno, con Vicenza lo ha sfiorato.
Padova è lontana con i suoi 260,8 kg/pro capite, ultima fra i 7 capoluoghi ma la tendenza imboccata da anni è quella giusta (Treviso 71,3 kg/pro; Belluno 78,4; Vicenza 171,8; Rovigo 219,9; Venezia 243,8; Verona 252,9)