Ecofascismo: Come può essere ambientalista chi predica l’intolleranza, la chiusura e l’esclusione?
In queste settimane assistiamo sempre più di frequente a manifestazioni di interesse di alcuni gruppi di estrema destra per l’ambiente e per l’ecologia.
Gli esperti, oggi, li chiamano non a caso ecofascisti.
Se spontaneamente verrebbe da esultare quando i temi verdi diventano prioritari anche nell’agenda di altri gruppi e movimenti politici, noi non possiamo esimerci dal porre alcune questioni fondamentali che restano tutt’altro che sullo sfondo della prassi politica a favore del Pianeta.
Come Europa Verde riteniamo fondamentale ribadire che non esiste tutela ambientale senza giustizia sociale; che non possiamo parlare di territorio senza pensare a chi lo vive, senza discriminazione alcuna; che non vogliamo pensare alla transizione ecologica senza il progresso dei diritti civili; che non possiamo prenderci cura della nostra casa comune senza prenderci cura gli uni degli altri.
Il territorio che Europa Verde vuole salvaguardare è uno spazio aperto, inclusivo, senza confini; uno spazio di movimento, di (bio)diversità, di integrazione; uno spazio vivo, fertile e cosmopolita.
Come può tutto questo andare di pari passo con l’intolleranza, la chiusura e l’esclusione che sono proprie dei movimenti pseudo-ambientalisti di estrema destra?
Come si può pensare che tutelare il territorio significhi inneggiare al suprematismo bianco, occidentale e patriarcale?
Come si può pensare che i nemici dell’ambiente siano forze nascoste che attentano alla purezza della propria nazione?
Come si può pensare che l’idolatria estetica del paesaggio significhi veramente tutelare il Pianeta?
Se spontaneamente avete esultato perché i temi verdi sono entrati anche nell’agenda di gruppi e movimenti politici di estrema destra, domandatevi quale potrà mai essere l’obiettivo date queste premesse.