A Padova torna il partito dei Verdi. Giovedì sera, tramite un’assemblea partecipata dagli iscritti, si è costituita Europa Verde – Federazione provinciale dei Verdi di Padova
Promuovere la riconversione ecologica; contrastare nel territorio il Piano di Resilienza proposto dalla Regione che nasce vecchio ed inquinante
Economia circolare, verde e biodiversità , agricoltura bio e rigenerazione urbana con una sguardo all’Europa- ecco le priorità per il territorio padovano
Europa Verde di Padova si forma attorno ad alcuni valori chiave che ne definiscono, fin dal nome, gli obiettivi e l’azione.
“Europa, perchè abbracciamo l’orizzonte europeista e ambientalista, delineato insieme ai grandi partiti verdi di tutto il continente che abitano la casa comune dello European Green Party, a cui aderiamo – ricorda Eugenia Fortuni, eletta coportavoce – Questo significa impegnarsi per una società che si basa sulla partecipazione, la corresponsabilità e la sussidiarietà, che cresce attraverso soluzioni non violente, che tengono conto degli interessi delle minoranze e delle generazioni future. Una società che fa della parità di genere non una bandierina ma una pratica, necessaria per colmare una disparità che oggi in Italia è molto evidente”.
Verde, perchè la crisi climatica in corso, che già adesso sta producendo disastri e povertà, è la sfida del nostro tempo e va affrontata attraverso la conversione ecologica di società ed economia, con l’uscita dalla dipendenza delle energie fossili e con politiche di mitigazione e adattamento.
“A Padova dialogheremo con il mondo imprenditoriale e sindacale per accelerare la trasformazione di aziende e professioni che facciano dell’economia circolare il loro business, favorendo una svolta verso la responsabilità territoriale d’azienda – sottolinea Nicola Mazzucato, scelto dall’assemblea come coportavoce. Senza dimenticare che anche gli stili di vita inducono trasformazioni nel mercato e nei prodotti. Su questo Padova è stata una fucina di pratiche: qui è nato il commercio equo e la finanza etica, il mondo del biologico è molto radicato, un’alleanza fra produttori e consumatori per tutelare salute e territorio”.
Si sta scrivendo il Recovery Plan, all’interno del quale quasi il 40% delle risorse sono dedicate e vincolate a progetti che riducano le emissioni clima alteranti, favoriscano l’economia circolare, abbattano l’inquinamento e salvaguardino la biodiversità: per questo c’è tantissimo bisogno di Europa Verde, a livello locale come nazionale.
E’ fondamentale che in epoca di covid-19 la città sappia ridisegnare lo spazio pubblico sottraendolo alla monofunzianalità dell’automobile; investa sul verde e non su nuovi svincoli o bretelle a Padova Est; realizzi il Parco Agricolo metropolitano e quello cittadino del Basso Isonzo. Che riqualifichi quella parte di patrimonio residenziale pubblico inadeguato con l’efficienza energetica; che non si consumi suolo ma che la rigenerazione, urbana e sociale, sia la chiave strategica per migliorare il tessuto urbano.
“Il Piano della Ripartenza e Resilienza della Regione Veneto proposto dalla Giunta Zaia non coglie per nulla questa sfida. E’ un susseguirsi di progetti di strade regionali ed autostrade, tolti dai cassetti, come se non fossimo ad una svolta nell’economia e nella digitalizzazione. Anche il disegno di legge sulla economia circolare non è assolutamente adeguato – avvisa Cristina Guarda, consigliera di Europa Verde in Consiglio regionale che è intervenuta all’assemblea padovana. – Ho bisogno dei territori, della vostra capacità di lanciare proposte, di interloquire con l’associazionismo ambientalista, con gli Enti locali, ma anche il mondo del lavoro che è attento alla riconversione. Sono molto felice che siate nati. C’è bisogno di persone che amano la politica, che portino un approccio etico dentro un sogno che si basa sulla concretezza dei progetti innovativi”.
Da tantissimi anni Padova e il territorio attendono interventi come il sistema metropolitano ferroviario, la linea Padova – Chioggia, la gronda sud. Dove sono finite queste opere? Verrà sostenuta la realizzazione dell’Idrovia Padova mare, necessaria per mettere in sicurezza i territori, creare un canale navigabile e un corridoio ecologico con funzioni turistiche sostenibile?
Nei fatti Europa Verde è già attiva in città dalla primavera 2020, grazie al coordinamento di Luana Zanella, responsabile Nazionale per il Veneto: siamo germogliati guardando l’Europa ma ereditando orgogliosamente il testimone di quei Verdi che nelle amministrazioni locali negli anni ‘90 hanno saputo anticipare il futuro in modo concreto: ad es. introducendo il biologico in tutte le mense scolastiche, realizzando la pedonalizzazione di via Roma e portando il tram a Padova.
“In questi mesi siamo intervenuti con proposte come quella inviata al team di Boeri per il nuovo Piano degli Interventi o richiedendo l’attivazione del porta a porta in Arcella e criticando l’ampliamento dell’inceneritore voluto dalla Regione” precisa Eugenia Fortuni.
Il primo impegno dei due portavoce “è vigilare sull’attuazione dell’Accordo per il clima di Parigi e del Green New Deal europeo, facendoci interpreti delle esigenze del nostro territorio nel più ampio contesto europeo e globale – precisa Nicola Mazzucato. Per questo apriremo dei tavoli di lavoro, analoghi a quelli regionali che dialogano con la consigliera Guarda. Sarà l’occasione di partecipazione per cittadini e professionisti interessati alla ri-conversione ecologica. C’è tanto ambientalismo a Padova fuori di noi, vogliamo fare rete”.
Ad affiancare Eugenia e Nicola è stato letto un esecutivo di cinque persone formato da Antonio Attisani, Nicolò Biancato, Alice Brombin, Andrea Longobardi e Anna Mioni.