5 dicembre – Giornata Mondiale del Suolo.
Non che ci sia qualcosa da celebrare: torniamo sulla questione grazie al report di 3Bee, società tecnologica impegnata sui temi della biodiversità e della rigenerazione ambientale.
Anche Padova sotto la loro lente, che ha analizzato le superfici di alcune città italiane sopra i 200.000 abitanti. Quattro i parametri: superficie artificiale, naturale, agricola, e rischio idrogeologico.
Non ne usciamo bene: in termini di copertura artificiale, tra le città di medie dimensioni siamo tra le peggiori (52,9%) insieme a Bari.
Lo stesso per la superficie naturale, per cui siamo penultimi (17,1%), ancora davanti a Bari. Tutto questo non può che portarci tra le città a maggior rischio idrogeologico, livello 4 su 5, insieme a Torino, Milano, Bologna, Verona, Genova e Venezia.
Ai primi posti anche per la superficie dedicata all’agricoltura (30%) a scapito di quella naturale improduttiva, aumentando la complessità ecologica delle nostre sfide.
La transizione non può basarsi solo sulla costruzione di infrastrutture come i bacini di laminazione o le dighe: questo non basterà a mitigare gli effetti crescenti di alluvioni e siccità.
Va rivista la nostra relazione con il suolo, le falde acquifere, i corsi d’acqua, va ripristinato il prima possibile un rapporto più rispettoso con gli ambienti naturali.
Nell’undicesimo Rapporto sul consumo di suolo appena pubblicato, ci sono pochi elementi di speranza: a livello nazionale si registra solo una lieve riduzione del tasso di consumo lordo, che resta comunque insostenibile.
Anche a Padova purtroppo niente di nuovo: a livello comunale la nostra città è la peggiore del Veneto con il 50,42% di suolo consumato, siamo la 5° peggiore città in Italia sopra i 100.000 abitanti.
Un po’ meno grave la situazione della provincia rispetto alle altre del territorio nazionale (18,61 la % complessiva di suolo consumato): da segnalare però Monselice e Cadoneghe che registrano il trend più negativo nel periodo 2022-23 (segue il Comune di Padova).
Un presente e un futuro che ci sembrano drammatici, con l’apertura della nostra città a una sfilza di multinazionali (McDonald’s, KFC ecc.), l’inarrestabile espansione dei supermercati, gli studentati, i poli logistici.
Una situazione fuori controllo, che ignora la crisi ecologica in continuo aggravamento; un modello che continua a rincorrere la rendita invece di liberare spazi, e metterci in protezione verso i futuri eventi climatici avversi.
E mentre a livello nazionale latita ancora una legge in materia: il dio cemento resta la divinità più amata in Italia.
Leggi il rapporto sul consumo di suolo.
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